Sexy infermiera
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L'infermiera sexy che viene a domicilio

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Io e il mio collega Marco abbiamo 42 e 45 anni e qualche tempo fà abbiamo conosciuto in un bar Michela, una donna bella e formosa di qualche anno in più di noi. Con noi si è lasciata trasportare e dopo aver trascorso diverse serate a ridere e scherzare siamo finiti a fare sesso in tre.
Lei fà palestra, ci tiene tanto alla forma fisica e il suo corpo bello sodo ne è la prova, non dimostra affatto gli anni che ha e lei lo sà. E’ una gran porca, gli piace fare sesso, se si ha la fortuna di conoscerla e piacerle è in grado di toglierti parecchie soddisfazioni.
Non sò se è solo per farci piacere ma a sua dire con noi è stata la prima volta che ha fatto sesso a tre e non si sarebbe voluta fermare qui, aveva in mente altre trasgressioni, da quelle con altre donne a quelle con più uomini o addirittura esperienze miste, ci faceva immaginare tante situazioni che ci stavano stuzzicando e iniziammo a pensare a qualche situazione che potesse tornare a nostro vantaggio.
L’occasione sopraggiunse quando Marco si fece male ad una caviglia durante una quotidiana corsa nel parco, d’accordo con lui le dicemmo che aveva tanto male e che avrebbe avuto bisogno di un’infermiera sexy a domicilio che lo potesse curare. La chiacchierata fù scherzosa e solo una scusa per trascorre un’altra serata insieme, Michela naturalmente lo capì subito, gli faceva piacere che la cercassimo per stare con lei e fù ben lieta di poter dare le sue cure.
Eravamo tutti molto impegnati con i nostri lavori ma fissammo il nostro appuntamento due giorni dopo e decidemmo di farlo in un bel posto, uno chalet di proprietà di Marco poco fuori il paese proprio sulla riva di un grande lago.
Era proprio un posto speciale, all’interno ogni cosa è di legno, un bel camino è il protagonista dell’intera stanza e crea un’atmosfera particolare, completano gli ambienti un bel divano angolare e un letto che nella sua semplicità invoglia a gettartisi sopra meglio se in buona compagnia.
Quella sera preparammo in fresco anche una buona bottiglia di vino che in certe serate non deve mai mancare e a Michela piace essere coccolata, inoltre l’alcool è un ottimo alleato per serate trasgressive, libera i freni inibitori e ti inebria portandoti ad un livello in cui l’unica cosa che vuoi è divertirti e continuare a giocare.
Poco dopo sentimmo arrivare l’auto di Michela e fermarsi davanti allo chalet di Marco, uscimmo per accogliere la nostra amica impazienti di passare un’altra serata in sua compagnia.
Era bellissima, come sempre. Scese dall’auto e ci regalò la vista delle sue lunghissime gambe accarezzate da calze a rete bianche, scarpe tacco 12 bianche e il costumino da infermiera sexy, che ci disse d’avere appositamente acquistato per l’occasione, nascosto da un impermeabile allacciato in vita da una cintura.
La accogliemmo con un bacio e la richiesta di una piccola sfilata per mostrarci la divisa da infermiera.
Michela dopo poche deboli obiezioni ci regalò qualche passo sinuoso e una giravolta, poi si slacciò la cintura e aprì l’impermeabile con entrambe la mani rivelando quanto sia corto il camice bianco, che aveva anche uno spacco birichino sul davanti.
Indugiò un attimo, giusto il tempo di farci notare lo slippino di pizzo bianco che lascia intravvedere la sua patatina completamente depilata.
La riempimmo di complimenti, tutti meritatissimi, in attesa di riempirla d’altro.
La vista di Michela miracolosamente guarì Marco che non si ricordò più che doveva farsi “visitare” dall’infermiera a domicilio.
La invitammo all’interno e dopo una breve occhiata all’interno e qualche complimento per l’arredamento notò i bicchieri già pronti su un tavolino davanti al divano, si fece allora togliere il soprabito e rimase in attesa di brindare insieme, non rimaneva che stappare quella costa bottiglia di vino.
Il nostro sguardo non poteva non cadere su quel camice da infermiera sexy che indossava, era molto scollato e metteva in risalto le sue tette, non grandissime ma veramente ben fatte, avevano una forma perfetta invitavano e infilarci la testa e a soffocarci dentro.
Era anche molto corto, copriva appena il culo e, se solo si piega un poco, ci regalava la vista del filo del perizoma completamente “mangiato” da due chiappe belle sode.
Bevemmo velocemente e quando i calici furono vuoti le nostre mani furono finalmente libere, potemmo così accarezzarle dolcemente il corpo, inizialmente partendo dal collo e giù lungo la schiena fino ai fianchi, poi lungo le cosce fino le ginocchia e poi ancora sù.
La baciammo sul collo mentre le sussurravamo sporche parole, a noi piaceva giocare con lei e a lei piaceva essere il nostro gioco sessuale, si lasciava abbandonare alle nostre mani sempre più maliziose. L’eccitazione era così palpabile e i nostri cazzi così in erezione che rischiavamo di far finire tutto troppo in fretta, dovevamo rallentare un pò.
Così per stemperare un pò la situazione tirai ancora fuori la storia del malato da visitare, Marco fece ancora finta dei avere dei dolori e si stese sul letto poco lontano, Michela gli si avvicinò e stando al gioco iniziò a chiedergli dove aveva male, iniziando a toccarlo nelle varie parti del corpo come fà una brava infermiera.
Neanche a dirlo la sua mano si soffermò sul gonfiore che Marco aveva tra le gambe, sembrava veramente molto grave a vedere quando erano gonfi quei pantaloni, Michela che una finta preoccupazione gli slacciò lentamente i pantaloni, sempre per non fargli ancora più male, e gli liberò il cazzo.
Nel frattempo che lei era chinata su di lui per la visita io osservavo tutto da dietro le spalle di Michela e posso assicurare che quel vestitino era veramente corto, lei mi sentì e spinse il culo verso di me come a verificare se anche io avevo i pantaloni gonfi, ed erano tanto gonfi, anche io avevo urgente bisogno del suo intervento.
Iniziò così a strofinarsi il culo sul mio pacco mentre con le mani impugnava il cazzo di Marco e con movimenti lenti scorreva lungo tutta l’asta e quando liberava la cappella la lubrificava con delle belle leccate piene di saliva.
A quella vista non seppi resistere così mi spogliai liberando finalmente il mio cazzo, me lo presi in mano e glielo strusciai in mezzo alle gambe senza però metterglielo ancora dentro, avrei tanto voluto ma non c’era alcuna fretta.
Iniziò a leccare il cazzo di Marco con lunghe lappate partendo dallo scroto per fermarsi solo in cima alla cappella, insinuando la punta della lingua nella piccola fessura e facendola vibrare per qualche veloce istante.
Volevo provare anch’io questa tortura, così mi allontanai a malincuore ma solo momentaneamente dal suo culo e sempre mentre me lo tenevo in mano mi avvicinai alla sua bocca, Michela mi guardò dal basso verso l’alto e nel mentre allungò una mano sul mio cazzo, non voleva lasciarmi senza cure.
Era contenta di potersene lavorare due contemporaneamente, mentre ne prendeva uno in bocca segava l’altro e viceversa, riusciva anche a tenerne due in bocca contemporaneamente, non sò come facesse ma era strano sentire con la cappella a contatto con quella di Marco.
Mentre era inginocchiata potevamo entrambi ammirare la sua bellezza, aveva ancora il vestito da infermiera addosso ma adesso era un pò sbottonato mostrando così due tette da favola strizzate in un reggiseno a balconcino dal quale spuntavano due capezzoli turgidi, il perizoma era di pizzo bianco e anche se alla vista non si poteva vedere lo immaginavo pieno del suo umore, doveva essere completamente bagnata per l’eccitazione.
Dopo qualche minuto si sedette su Marco ancora steso sul letto, si spostò le mutandine da una parte e con un leggero movimento dell’anca prese il suo cazzo dentro di sè emettendo un bel gemito di piacere, iniziò così a scoparselo poi con una mano mi spinse sull’anca per mandarmi dietro di lei.
Da dietro era un vero spettacolo, gli slacciai il reggiseno poi gli misi le mani sui fianchi e le portai sempre più sù fino ad arrivare a palpare quei bei seni ancora coperti dal vestito, alzò così le braccia per farselo togliere e mostrarsi in tutto il suo splendore, anche Marco allungò le mani sui suoi seni per massaggiarli e toccare quei capezzoli turgidi.
Essendo i seni ormai molto occupati le mie mani si spostarono sulle sue chiappe, mentre faceva sù e giù potevo quasi sentirle dilatarsi e contrarsi dal cazzo che aveva dentro.
Le misi una mano sotto le labbra della figa dove raccolsi un pò del suo piacere, poi gli portai le dita alla bocca e lei con estremo piacere iniziò a leccarle, era una vera porca. Con le dita ben lubrificate dalla saliva e dal suo piacere mi avvicinai al suo buco del culo e pian piano mi feci strada fino a poter entrare con un dito senza problemi, potevo sentire che mentre aveva un cazzo nella figa cercava piacere anche nel mio dito nel culo.
Io non ne potevo più di stare a guardare e con un colpetto alle anche con le mani le feci capire che la volevo a pecorina, scese così dal letto, si tolse le mutandine ormai in un bagno di ormoni. Si portò una mano a raccogliere ancora un pò di umore della sua figa ed essendo un ottimo lubrificante me lo spalmò sulla cappella, poi si chinò davanti a me e dopo qualche piccola spintarella gli fui dentro.
Il buco era abbastanza stretto, non credo che per lei fosse la prima volta ma mi fece piacere pensarlo e sentirla gemere di piacere ad ogni colpo che le davo mi eccitava ancora di più, poco dopo senza accorgermene riuscivo ad infilarglielo tutto dentro.
Me la scopai egoisticamente per diversi minuti poi mi fermai per non venire subito così la lasciai un pò a Marco che ormai era diventato impaziente.
La stese così sul letto, le aprì le gambe e gli infilò tra la testa tra le cosce, iniziò così a leccargliela voracemente, lei gli appoggiò una mano sulla nuca per spingergliela ancora più in giù, lui doveva essere veramente bravo perchè poco dopo lei ebbe un orgasmo e il suo piacere colò perfino sulle lenzuola. Con ancora la bocca gocciolante del suo orgasmo lui la guardò in faccia, se lo prese in mano e portò la sua cappella a strofinare quella bella figa tutta bagnata.
Lei era impaziente di averlo dentro e con un movimento delle gambe lo cinse per la vita e se lo portò verso di sè, emise un altro urlo di piacere, non c’era più alcuna resistenza e lui potè sbatterglielo dentro con una certa furia senza paura di farle male.
Poi era ora per me di tornare partecipe, diedi uno sguardo a Marco che si fermò, la girammo su un fianco e mentre era lui questa volta ad avere il culo io potevo entrare in quella figa calda, la stavamo prendendo contemporaneamente e un suo orgasmo non tardò ad arrivare, potemmo sentire il suo corpo contrarsi dal piacere e continuammo ancora per qualche istante per farla godere appieno.
Era il momento per me di venire, gli uscì dalla figa e glielo misi in bocca spingendoglielo fino in gola, un sua ultima succhiata alla mia cappella mi fece esplodere, gli svuotai tutto quello che avevo completamente in bocca, i fiotti uscivano abbondanti e violenti schizzandole la faccia sebbene abbia appoggiato la cappella sulla sua lingua per non farle perdere nemmeno una goccia del succo.
Mi leccò e me lo succhiò mentre stavo ancora spruzzando, accompagnando con una sega la raccolta dello sperma che ingoiò avidamente cercando con la lingua le gocce che tentavano di sfuggire alla sua bocca.
Anche Marco venne e trovandola ancora occupata ad ingoiare il mio sperma si segò sopra di lei, inondandole le tette e il viso, lei avida di sperma e avendomi già lucidato la cappella si spostò su di lui e iniziò a prenderglielo in bocca e succhiandoglielo fino a svuotargli le palle.
Credo che le nostra urla di piacere si potessero sentire bene anche a distanza ma per fortuna lo chalet era in una zona abbastanza isolata così potemmo dare libero sfogo ai nostri entusiasmi senza preoccuparci che qualcuno ci potesse interrompere.
Alla fine eravamo tutti e tre stanchi e sudati, un ultimo bicchiere di vino e una bella doccia furono quello che ci voleva per finire in bellezza la nostra serata di un appagante sesso.


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